Una Giornata Differente

Ieri ho vissuto una giornata lunga ed intensa di emozioni.

Una miscela di sensazioni dal sapore dolce e amaro che si sono susseguite senza fermarsi.

LA GIOIA

la vendita di due dipinti di grandi dimensioni

L’ATTESA, LA SPERANZA, LA PAURA

aspettando l’esito di una prova clinica che ha dovuto affrontare mia moglie

IL RICORDO ED IL DOLORE

la notizia della morte del papá di una mia Amica é stato un duro colpo

perché all’improvviso sono ritornato indietro di un anno ed ho rivissuto il dolore per la perdita di mio padre.

L’ASCOLTO E L’APPRENDIMENTO

ascoltare i consigli spassionati di una persona che ti fanno vedere le tue scelte da un altro punto di vista

e ti fanno pensare che probabilmente é ora di cambiare e migliorarsi.

 

 

#l’Intervista – Pasqualino Fracasso

1. Pasqualino Fracasso è un pittore acquerellista, e cos’altro?

Un ingegnere, un insegnate ed ora anche un artista. Nel senso che non mi sento più un semplice acquerellista, cioè uno che dipinge ad acquerello, ma qualcuno che crea, inventa, comunica e si evolve (il mio concetto di artista). In questi anni ho fatto un percorso che mi ha portato a capire tante cose su di me, sull’arte e sul mondo dell’acquerello ed ho capito che non volevo essere un semplice acquarellista.

2. Come ti sei avvicinato al mondo dell’arte?

Ho sempre disegnato fin da quando ero bambino, mentre studiavo al Politecnico, nelle pause pranzo durante il mio lavoro da ingegnere, sempre. Suonavo in un gruppo rock e quando ci siamo sciolti ho cominciato a dipingere e nell’acquerello ho trovato la tecnica che mi permetteva di dipingere secondo tempi (notte) e spazi (casa) che avevo. Da li mi sono appassionato ed ho cominciato a studiare su libri e riviste americane studiando i grandi acquerellisti moderni e contemporanei.

3. Cosa rappresenta per te l’arte dell’acquerello?

  • Il mondo attraverso il quale creare, comunicare, divertirmi, rilassarmi
  • il mondo attraverso il quale conoscere altre persone e vivere esperienze fuori dall’ordinario
  • una fonte di reddito

Preciso che ho scritto “il mondo” perché l’acquerello è un mondo nel quale sono entrato e che mi ha aperto parecchie porte ed è anche un mondo parallelo rispetto alla mia vita quotidiana in cui faccio tutt’altro rispetto all’arte.

L’acquerello è magia.  La magia di giocare con l’acqua, di domarla ma anche di lasciarsi condurre da lei, la magia di gestire l’imprevedibile. Io amo la matericità dell’olio ma l’acquerello è più divertente ed intrigante.

L’arte dell’acquerello, invece, è per me riuscire a coniugare insieme :

  • la gestualità con cui creare una forma con un unico tocco di pennello
  • la sapienza di gestire la densità del colore e l’umidità della carta
  • l’occhio e la testa per creare una composizione ottimale “alla prima”
  • il divertimento di giocare con l’acqua

 

 

4. Sei stato il primo artista italiano ad essere selezionato e premiato (in entrambe) alla International Annual Exhibition delle prestigiosissime National Watercolor Society e della America Watercolor Society. Raccontaci cosa hai provato.

Era il mio sogno così quando la sera ho ricevuto (la prima volta) la notifica non ho dormito tutta la notte dall’eccitazione. Era un grande traguardo vedere che il tuo lavoro era apprezzato dai veri addetti ai lavori, essere selezionato su migliaia di artisti insieme a quelli che io reputavo dei maestri. La AWS rappresenta ancora oggi una delle 3-4 competizioni internazionali più valide dove partecipano i grandi maestri internazionali e dove il livello dei lavori è veramente molto alto. Soprattutto in questi ultimi anni dove le competizioni si sono moltiplicate in modo esponenziale ma spesso di sono medio-basso livello e dove i grandi non partecipano, queste rimangono ancora il riferimento perché essere lì è veramente difficile.

5. Quanto tempo è passato prima di padroneggiare la tecnica ed essere soddisfatto dei risultati?

Padroneggiare la tecnica (o meglio le tecniche perché ci sono tantissime tecniche ad acquerello) richiede tantissime ore di pratica ma ancor più di analisi e studio per capire. Io dico sempre che la tecnica è fatta dalla mano, che si esercita migliaia di volte, ma tutto il resto dalla testa, che deve imparare a vedere, pensare e astrarre nel modo giusto. I miei tempi non fanno testo perché io dipingo circa 6 ore alla SETTIMANA e quindi mi ci è voluto molto tempo (ho cominciato nel 2004). Ma il tempo per la “testa” dipende da persona a persona, dalla tua ambizione, dalle tue esperienze, da quanto studi e osi …

Io non sono ancora soddisfatto dei risultati o meglio dei miei quadri. Dei quadri che faccio me ne piace 1 su 7 (nel senso che gli altri 6 proprio non mi piacciono!) e per essere soddisfatto vorrei arrivare a 4 su 7, quindi la strada è ancora lunga.

 

 

 

 

 

 

6. C’è stato mai un momento in cui hai pensato che non ne valeva la pena?

Mai. Come dicevo prima ne è valsa la pena per me, perché quando dipingo sto bene, vivo e mi diverto. E poi ne è valsa la pena per tutte le persone che ho conosciuto, tutti i viaggi che ho fatto e tutte le esperienze che ho vissuto. Sono stato fortunato.

7. La persona che più ti ha inorgoglito e ti ha fatto credere in te stesso come artista

Premetto che ora che vedo i miei vecchi lavori (che la gente comprava e per i quali mi facevano tantissimi complimenti) li reputo veramente brutti e di basso livello ma nonostante ciò 10 anni fa sono entrato in contatto con alcuni grandi artisti che mi hanno dato molti consigli su come migliorare e che percorso fare. Gli avevo scritto delle lettere (a mano e spedite per posta) e loro mi hanno risposto più volte e con molta disponibilità e questo mi ha aiutato ad andare avanti perché loro vedevano in me qualcosa di speciale, ancora allo stato grezzo ma speciale. Grazie mille a Robert Wade, Jeannie McGuire e Stan Miller.

 

 

 

 

 

8. Per seguire la tua passione ti è capitato di trascurare la tua famiglia?

Mai. La famiglia prima di tutto anzi tutte le volte che posso porto anche loro con me (Cina, USA, Francia, Svezia, ecc…) perché voglio condividere con loro l’opportunità di vedere il mondo e conoscere altre persone ed altre culture. E a casa cerco di dipingere la notte o quando non c’è nessuno, proprio perché penso che sia meglio passare tutto il tempo che posso con loro.

9. Nella tua famiglia, c’è chi vuole seguire le tue orme?

Per ora no ma chi lo sa … il problema è che i miei figli mi vedono troppo bravo e quindi scatta il confronto, che invece di essere uno stimolo diventa una sorta di ostacolo. Ma la vita è strana e io ne sono la dimostrazione. Per cui vedremo …

10. È possibile essere un artista a tempo pieno in Italia oggi?

Dipende da tante cose. Dipende dal posto in cui vivi (grandi città e magari turistiche assicurano più opportunità di corsi e vendite), dalle tue conoscenze, dal fatto che tu abbia una famiglia o meno, dallo stile di vita che hai, da quanto odi il lavoro che stai facendo, ecc…

Io ho fatto una scelta prudente nel senso che , con una famiglia, mutuo, auto, figli, ecc … , non me la sono sentita di lasciare tutto per un lavoro (per quanto bellissimo) che non ha una sicurezza ed una continuità economica, e in un periodo storico così strano e imprevedibile. Io comunque credo che un giorno ce la farò però ora non posso fare questa scelta, perché in fondo dentro sono ancora un ingegnere calcolatore!

 

 

11. Quali sono le differenti fasi che segue Pasqualino Fracasso per dipingere un quadro, dall’inizio alla fine.

10% ricerca di immagini

60% composizione e progettazione : studio di colori, bozzetti di composizione, ricerca di varianti , taglio, ecc…

25% esecuzione : traccia a matita, mano di colori scuri o intensi, mano di toni intermedi, cancellature, dettagli

5% analisi, ritocchi ed eventuale sconvolgimento

12. Quali colori sono imprescindibili nella tua palette?

3 primari (giallo indiano, rosa permanente, blu oltremare), blu ftalo, bianco titanio

Poi ci sono dei colori che amo particolarmente che sono: il turchese cobalto, il lunar black, aquarius green, giallo di Napoli e opera rose

 

 

 

 

13. Qual’è la carta che preferisci?

Winsor & Newton satinata

14. Qual’è il pennello dal quale non ti separi mai?

Va a periodi. Ultimamente il Pure squirrel RESTAUROHOUSE della SZMAL : un pennello naturale molto morbido con una punta fantastica

15. Tonalità, composizione, luminosità, quale ritieni sia più importante per le tue opere.

1° Composizione, 2° Tonalità , 3° luminosità

 

 

16. Hai un quadro che a distanza di anni ancora non hai finito?

Ne ho una ventina … alcuni, dopo alcuni anni li taglio e ne lascio solo il 60%

17. Raccontaci dell’opera della quale ti senti più orgoglioso.

L’opera “Urban Abstract I” che è stata premiata quest’anno all’American Waterolor Society international exhibition. Quest’opera, uno scorcio semi-astratto dei portici di Torino, mi piace tantissimo perché ha richiesto tanto studio ed è un’ottima sintesi di forme, colori, elementi definiti ed indefiniti; è un’opera che reputo di alto livello e che se avesse fatto qualche altro artista mi sarei detto “spero un giorno di arrivare a fare una cosa del genere!”

18. Il luogo che grazie all’arte hai conosciuto e ti ha sorpreso.

La Cina. Grazie all’acquerello sono stato in Cina 3 volte e ho scoperto luoghi, una cultura e persone che non mi sarei mai aspettato e a livello artistico ho scoperto artisti veramente notevoli.

19. Rispondi a una domanda che finora nessuno ti ha fatto, ma alla quale avresti sempre voluto rispondere.

Domanda dell’intervistatore : “ti piacciono pochi artisti acquerellisti: cosa ti colpisce di un’opera d’arte ad acquerello”

Risposta : “tecnicamente mi colpiscono: il senso della composizione, la gestualità con cui realizzano una forma, la complessità cromatica e tonale dell’insieme. Ma tutte queste cose sono legate da una ricerca visionaria, da un “osare”, da un suggerire che ti fa andare oltre il reale. I grandi artisti riescono a coniugare sia nelle pennellate che nell’impatto visivo un equilibrio tra astratto e reale, definito ed indefinito, istintivo e delicato che mi fa sognare. Spero di essermi spiegato perché so di essere un po’ contorto a parole

20. La prossima persona che intervisterò la scegli tu. Chi sarà?

Dipende se deve essere italiano, spagnolo oppure internazionale ? Ci sono tanti acquerellisti molto bravi, anche italiani. Io però ho dei gusti molto particolari e quindi amo veramente pochi artisti per cui ti consiglierei delle persone che stimo, che non sono i soliti nomi straconosciuti e di cui sarei curioso leggere un’intervista.

Internazionale : Eugene Chisnicean

Spagnolo : Francisco Castro

Italiano: Roberto Zangarelli

 

 

 

 

UN NUOVO INIZIO!

Mi definisco una persona Curiosa e Creativa.

Non amo restare nella zona di confort

Ho voluto un anno sabbatico per ritrovarmi.

Ho voluto concentrarmi sul mio IO.

Ho abbandonato le certezze per aprirmi a qualcosa di nuovo e inaspettato.

Ho cambiato vita, ho cambiato paese.

La ricerca della Felicità non finisce mai.

Non è una corsa.

Bensì la consapevolezza di poter apprezzare le piccole cose che la vita ti offre giorno dopo giorno.

Ora sono felice?

Ora sono SERENO e vivo tantissimi MOMENTI FELICI!

Amo la vita per tutto quello che mi offre e sono pronto ad accettare tutto quello che mi offrirà.

Bisogna avere una attitudine positiva e ottimista, essere curiosi e aperti alle novità.

Amo davvero tantissime cose, sono affascinato da quello che ritengo Bello.

il Bello mi rende Felice, ed il Bello lo trovo ovunque.

 

cit.Elsí

 

#AzInterjú – Anna Massinissa

1. Az InArte Association elnöke, a FabrianoInAcquarello kurátora, művész és kreatív ember vagy. Mit felejtettem ki? Melyikhez kötődsz leginkább és melyik tölt el legnagyobb megelégedettséggel?

Egyik sem több a másiknál, szükségszerűen egymás mellett állnak, mivel mindannyian az átélt tapasztalásokból állunk, de mind összekapcsolódunk egymással. A kapcsolódás valójában a művészi kifejezés, vagy ha pontosabban akarjuk meghatározni, akkor az emberi lélek, mely a művészetek által fejezi ki önmagát, amelyet a világ számos kultúrájában használnak. Életemben két dolog bűvölt el, motivált  igazán és feltétel nélkül tett boldoggá minden alkalommal, amikor bármilyen formában megtapasztaltam őket: a művészet és a világok kultúrája. Mindkettő az emberiség kifejeződése a múltban és jelenben, fizikai és érzelmi formában.

2. Hogyan és mikor kerültél közel a művészet világához?

Azt hiszem, hogy a kapott oktatás fontos szerepet töltött be abban, hogy közelebb kerüljek a művészethez: a tanárok, a családom, de mindenekelőtt a baráti találkozások, megismerkedés különleges emberekkel. Ezek voltak a kiindulópontok a tanuláshoz és a kíváncsiság ösztönzéséhez.  Ha visszagondolok, bármennyit utaztam és tanultam rengeteget, nem kellett olyan messzire mennem, a legegyszerűbb helyzetek körülöttünk vannak, a természet és az élet maga: az állandóan jelenlévő érdekes dolgok gazdagsága, melyeket mindig megfigyelhetek, ez a tanulás kiindulópontja, gondolok itt mind a jó, mind a rossz helyzetekre egyaránt. Az élet minden pillanata érzelmeket nyújt és találkozásokat bíztosít számunkra, melyek alapját képezik az értékes tapasztalatoknak, nincs olyan külön, hogy “a művészet világa”, mivel az egész világ a művészet világa.

3. Milyen érzésekre emlékszel az első kiállításoddal kapcsolatban?

Furcsa, de mivel a kiállításokon való részvétel fokozatos volt, nem emlékszem, melyik volt a legelső. Amire mégis nagyon jól emlékszem, hogy fontos mérföldkő volt a művész életemben például a tudatosság elérése, az önidentitás metamorfózisa: az volt az a pillanat, amikor éreztem, be kell vallanom, hogy a művészeti tevékenység épp olyan fontos számomra, mint bármely más életfunkció. Évekig kerestem, de nem éreztem, hogy megérdemelném, míg végül rájöttem, hogy ez az egyetlen dolog a sok közül, amire érdemes költeni és keményen dolgozni érte; mégis egy egészséges egyensúlyban anélkül, hogy túl komolyan vennénk magunkat, de komolyan dolgozva, a szolgálat szellemében. Azért beszélek erről, mert azt érzem, ugyanez a nyomasztó belső konfliktus jelen van sok emberben, mintha a művészet olyan státuszt jelentene, mely csupán néhány kiválasztott számára jár vagy sem. A művészet az emberiség  része, így mindenkié. Néhány művész technikailag jobb lesz, míg mások kreatívabbak, de mi mindannyian alkalmazhatjuk a művészetet, tisztelettel adózhatunk előtte és megcsodálhatjuk.

4. Milyen nehézségekkel szembesültél nőként?

Azt gondolom, már kifejtettem ezt: határaink ott vannak, ahová mi húzzuk őket. Ebben a vízióban a határok nem nemek által vannak építve, sokkal inkább materiális jellegűek: mint például azok számára, akiknek nincs képzési lehetősége vagy nincs véleménynyilvánítási szabadságuk, vagy nehéz társadalmi körülmények között élnek, ahol a prioritások nem a művészi kifejezésen alapulnak. Nem, nincsenek nehézségek nőként: úgy gondolom, karrierem során kiváltságot élveztem olaszságom és a nő révén egyaránt. Eltökélt voltam, fáradhatatlan, de kiváltságos is tipikus női tulajdonságomnak köszönhetően, amely lehetővé teszi, hogy sok mindenre összpontosítsak egyszerre, fejlesszem gondolataimat és előrébb tudjak tekinteni.

5. 2018-ban volt egy egyéni kiállításod “NOMADE inter homines” Sperlongaban, Közép-Olaszországban. Mennyi időt töltöttél annak előkészítésével?

Nagyon hosszút, mert 2014 körül kezdtem a gyűjtést, amikor az első bevándorlási beszámolók a szemem elé kerültek bevándorló férfiak megalázó fotóiról, amit nem tudtam (és még mindig nem is tudok) elfogadni. Négy évig szinte kizárólag csak őket, illetve őértük festettem, ami nem segített rajtuk, de egy ideig azt reméltem, hogy a művészettel legalább tiszteleghetek előttük. Ezeket a festményeket többször is elküldtem számos nemzetközi rendezvényre.  Ez az idő nagyon hosszúnak tűnt, mert a panaszként alkalmazott művészet nagyon sokba kerül az érzelmek, a láthatóság és a “jó” kapcsolatok szempontjából. Ez a kiállítás most Thessalonikiben van, melyet most bezártak a Covid miatt, de remélem, folytatódik a kommunikáció.

6. Van olyan alkotásod, melyet különösen szeretsz? Ha igen, elmondanád, miért?

Természetesen, az egy Virginia Woolf portré, mely payne szürkében és aranyban tolmácsolt kép és ha jól emlékszem az egyik FabrianioInAcquarello katalógusban benne is volt. Ki volt állítva Fabrianoban, majd Indonéziában és most a nővérem házában van, közel az unokám hárfájához és szeretném azt hinni, hogy ez is a  művészetek általi megfertőződés bizonyítéka: az irodalomtól a festészeten át, egészen a zenéig.

7. Inspirált téged valaki? Ha igen, melyik művészt követed mentorodként?

Szeretem Modigliani és Klimt műveit és több szimbolista festőt minden korból. Azt hiszem mindnyájan inspirációt és forrást jelentenek számomra; csakúgy, mint számos kortárs művész, akikkel nap mint nap találkozom: mindegyikük példát mutat és ösztönöz. Szeretem azokat, akik bátrak, akik nem félnek változni, megújulni és kísérletezni.

8. Hogyan született a FabrianoIn-Acquarello?

Elsőként a papír miatt született, mert Fabrianoban születtem és élek, a városban, ahol a papír készül és exportálják a világba a középkor óta. A papírra többféle technikával lehet festeni, de az akvarell az, amelyhez legjobban passzol, mivel az áttetsző pigmentek könnyed szépségéből és a pigmentet magába szívó papír együttes szépségéből áll össze a festmény. Abból a vágyból is született ez az esemény, hogy életre keljen a “mindenkihez tartozó művészet” víziója, mely alapjául szolgált a világ számos kultúrájának egyesítéséhez és az akvarell – mely egy ősi technika – igazán tökéletes ennek megvalósítására. Mostanra több, mint 80 ország van jelen a FabrianInAcquarello hatalmas közösségében, s úgy érezzük magunkat, mint a “művészet világpolgárai”.

9. Miért éppen akvarell fesztivál?

Mert a világon olyan széles körben elterjedt ez a technika a sokféle alkalmazásmódjával, hogy szükség volt már egy ilyen jellegű konferenciára. A FabrianoInAcquarello egyfajta tudományos találkozó, ahol tilos mindenféle versengés, hiszen a tudás megosztásáért találkozunk. Példaként szoktuk említeni a gyógyászati  tudományos konferenciákat, ahol a kutatók megvitatják és kölcsönösen ösztönzik munkájuk fejlődését. Azt éreztem, hogy nekünk is szükségünk van egy hasonló konferenciára, mely ritka a művészvilágban, mert az események általában versenyeken, díjakon és gazdasági tevékenységeken alapulnak. A FabrianoInAcquarello nem egy fesztivál, ez egy konferencia, ahol minden művész és kurátor elhozza saját tudását és a többiek tudásával gazdagodva tér haza. Mert a művészet mindenkié, emlékszel?

FabrianoInAcquarello

 

 

10. Sok év és sok munka után a FabrianoInAcquarello több várossal is kibővült, kezdve SperlongInAcquarelloval majd UrbinoInAcquarelloval és sok mással. Mikor kezdted ezeket a projekteket és hány olasz városra szeretnéd kiterjeszteni? És hová szeretnél eljutni legközelebb?

Igen, több olasz város és további városok szeretnének csatlakozni a világban. Vannak, akik már kérték a csatlakozást és vannak, akik kérni fogják. De nem ez az elsődleges  cél. A cél az, hogy a művészetet mindenki akadályok, versenyek és előítéletek nélkül gyakorolhassa, együttműködéssel növelhetjük munkánkat és exponenciálisan növekedhetünk. Nem tudom, hogy elég világos voltam-e ennek a jövőképnek a bemutatásában, de gyakran érzem, hogy nem minden város fogta fel ezt az üzenetet és valószínűleg sokkal jobban kell ezt kommunikálnunk a toivábbiakban. Nem csupán végtelen számú városra van szükség, hanem végtelen számú  városra és művészre, akik érzik a kölcsönösség gyönyörűségét és örömét, a megosztásét, felfedezését és egymás tiszteletét, érzik az együttműködés szükségességét. Egy olyan feltétel, mely más művészekkel való kapcsolatokon keresztül megsokszorozza az energiát és személyes lehetőségeit.

11. Mennyi ideig tart megszervezni egy olyan eseményt, mint a fabrianoi?

Egy évre van szükségünk, de kis csapat vagyunk egy sajátos logisztikai helyzetben, Fabriano egy kicsi és szervezetlen város, ahol nem szoktunk túl sok embert együtt fogadni. Talán más kontextusban ez gyorsabban megszervezhető lenne.

12. Milyen következményekkel jár a koronavírus miatti világbénulás a szervezés tekintetében? Ez a szituáció hoz majd változásokat a következő eseményt illetően?

Reméljük, hogy ez nem bénítja le a következő eseményeinket, de természetesen erre az évre már online virtuális konferencia lesz belőle. Talán új ötletek merülnek fel az online konferenciát illetően. Meglátjuk.

13. A FabrianoInAcquarello-n kívül milyen egyéb rendezvényeket szervez az InArte szervezet és melyik régióban működik általában?

Kortárs művészet és rajzolás, de színházi felolvasás és kreatív írás is és zenével, tánccal való ötvözés…amikor csak lehetséges. Együttműködés és eszmecsere más szervezetekkel. Kutatás és a művészet öröme.

 

 

 

 

 

14. Az InArte, a FabrianoInAcquarello, az International Watercolor Museum is a te neveddel fémjelezve jelenik meg. Van új terved a jövőre nézve?

A múzeum továbbra is egy induló vállalkozás és abszolút megszilárdítást igényel. A konszolidáció hosszú út, melyet nem tudunk egyedül véghezvinni, szükségünk van együttműködésre a helyi intézményekkel. De reméljük, hogy van meggyőző képességünk és hamarosan meg is tudjuk kezdeni az együttműködést. Azt is gondolom, hogy minden esemény az idő múlásával fejlődik, kézenfogva a világ fejlődésével és az új generációk bevonásával, mert ők azok, akik üdvözlik és folytatják azt. Ezek a főbb terveim a jövőre nézve.

15. Szeretne velem együttműködni egy projektben a Kanári-szigeteken?

Ha jól emlékszem, egy évvel ezelőtt feldobtam a labdát…

16. Adjon tanácsot a fiatal művészeknek!

Légy kíváncsi, magabiztos! Használd az intelligenciád, érzelmeid és egy jó adag pragmatizmust. Ne feledd, hogy követhetsz el hibákat és elbukhatsz, de újra is kezdheted. Ne add fel! Ez jó, mert az élet minden területére vonatkozik, nem igaz?

17. Számomra is adnál egy tanácsot?

Ne add fel! Nekem úgy tűnik, nincs másra szükséged.

18. Válaszolj egy olyan kérdésre, amit eddig senki sem kérdezett meg tőled, de mindig szerettél volna rá válaszolni!

Ez bonyolult. Talán megkérdezhetnéd, hogy a művészet mindig boldoggá tesz-e engem. Azt válaszolnám, hogy egyáltalán nem. Nem volna normális és nem lenne semmi haszna.

19. Most pedig kérlek, válaszd ki a következő interjúalanyomat! Ki legyen az? Férfi vagy nő?

Mivel közel van hozzád, azt hiszem Isabel Alosete-t kéne meginterjúvolnod, aki egy kiválóság Spanyolországban és világszerte jól ismert: bátor, innovatív és nagylelkű. Olyan gyönyörű személyiség.

 

 

 

Köszönöm az idődet, Anna!

A tiédet is Luciano!

 

#l’Intervista – ANNA MASSINISSA

1. Sei presidentessa dell’Associazione InArte, curatrice di FabrianoInAcquarello, artista e creativa. Cosa ho dimenticato? E a quale di tutto ciò sei più legata e ti ha dato più soddisfazioni?

 

A nessuna più delle altre, convivono necessariamente tutte insieme, poiché ognuno di noi è composto da tante esperienze vissute una ad una, ma tutte legate fra di loro. Il legante di tutte le manifestazioni che tu citi, e tante altre per la verità, è l’espressione artistica, o se la vogliamo definire più precisamente è l’espressione del genere umano attraverso le Arti applicate nelle varie culture del mondo.

Due cose nella vita mi hanno affascinato, motivato e reso felice incondizionatamente ogni volta che ho potuto viverle in qualsiasi forma: l’Arte e le culture dei popoli, entrambe sono espressioni dell’uomo, passato e presente, nella sua forma fisica ed emotiva.

2. Come e quando ti sei avvicinata al mondo dell’arte?

Credo che l’educazione che ho ricevuto abbia avuto un ruolo importante che mi ha avvicinata all’Arte: gli insegnanti, la mia famiglia, ma soprattutto i tanti incontri casuali con amici e personaggi particolari sono stati spunto di apprendimento e stimolo della curiosità.
A pensarci ora, anche se poi ho viaggiato e studiato quanto e più potevo, non è stato necessario andare tanto lontano: le situazioni più banali, la natura e la vita stessa sono una ricchezza continua di cose interessanti da osservare e da cui imparare, sia belle che brutte. Ogni momento della vita dona emozioni ed incontri che sono preziosi spunti, perché non esiste “un mondo dell’Arte”, ma tutto il mondo è il mondo dell’Arte. Non si finisce mai di viverlo e di sperimentarlo.

3. Che sensazioni ricordi, legate alla tua prima mostra?

Sai che poichè le esposizioni sono state graduali, non mi ricordo quale è stata la prima con precisione?
Mi ricordo invece quello che è stato un passaggio importante, come una specie di presa di coscienza o di metamorfosi dell’identità: ossia il momento in cui ho sentito di dover ammettere che fare Arte era per me importante come una delle altre funzioni vitali. Per anni credo di averlo desiderato, ma non sentivo di meritarlo, fino a quando ho capito che era solo una delle tante cose per cui valeva la pena di spendersi e di lavorare sodo, in un giusto equilibrio: senza prendersi troppo sul serio, ma lavorando seriamente – anche e soprattutto con spirito di servizio.
Lo racconto perché sento questo conflitto pressante in tantissime persone, come se l’Arte fosse uno status che può essere concesso o no, solo ad alcuni. L’Arte è l’uomo ed appartiene a tutti. Poi alcuni saranno tecnicamente più bravi, altri più creativi, ma tutti possiamo applicarla e portarle un tributo ed ammirarla.

4. Che difficoltà hai incontrato in quanto donna?

Sinceramente nessuna – penso di averlo espresso già questo concetto: i confini sono dove li mettiamo noi.
In questo campo i confini non sono fatti di genere, semmai sono materiali, come quelli che ha chi non ha accesso alla formazione, o alla libertà di espressione, o vive condizioni sociali disagiate per cui le priorità sono altre e diverse che l’espressione artistica. No, nessuna difficoltà davvero; penso di essere stata privilegiata nel mio percorso in quanto italiana – donna – appartenente alla nostra era; sono stata determinata, instancabile certo, ma anche privilegiata, per quella caratteristica femminile che predispone a riuscire a fare tante cose insieme, ad avere un pensiero collaterale sviluppato, a saper guardare oltre.

5. Nel 2018 hai inaugurato una tua mostra personale “NOMADE inter homines” a Sperlonga in centro Italia. Quanto tempo hai dedicato per la sua preparazione?

Tanto, perché quella collezione è iniziata intorno al 2014, quando le prime cronache di immigrazione ci hanno messo sotto gli occhi le foto umilianti di uomini-migrantes che con difficoltà si potevano (tutt’ora purtroppo, si possono) accettare. Per 4 anni ho dipinto quasi esclusivamente loro o comunque per loro, che a essere oggettivi non è servito a nulla, ma per un po’ ho sperato che l’Arte potesse almeno rendere omaggio a questi uomini. Sfacciatamente ho mandato più volte quegli stessi lavori a varie manifestazioni internazionali, per un tempo che mi è sembrato lunghissimo perché l’Arte, applicata come denuncia, costa tanto in termini emotivi, di visibilità e di “buone” pubbliche relazioni.
Quella mostra ora è a Salonicco, è rimasta bloccata dal Covid, ma spero che continuerà a raccontare.

6. C’è una tua opera alla quale sei particolarmente legata? Se si, ci racconti il perché?

Si certo, è il ritratto di Virgina Woolf, è un ritratto interpretato in grigio di payne e Oro – se non erro è stato anche in uno dei cataloghi di FabrianoInAcquarello. E’ stato in mostra a Fabriano, poi in Indonesia ed ora è a casa di mia sorella, accanto all’arpa della mia nipotina e mi piace pensare sia testimonianza di contaminazione delle arti: dalla letteratura, alla pittura, alla musica.

7. Ti sei mai ispirata a qualcuno? Se si, chi hai seguito come modello?

Mi piace tanto l’operato di Modigliani e di Klimt e degli artisti simbolisti di tutte le ere. Credo che tutti loro siano stati per me fonte di ispirazione e maestri in ogni momento; come lo sono tutti gli artisti contemporanei che ogni giorno incontro: ognuno porta esempi e stimolo. Amo quelli coraggiosi, che non hanno paura di cambiare e innovano e sperimentano.

8. Come nasce FabrianoinAcquarello?

Nasce con la Carta, io sono nata e vivo a Fabriano, dove la carta viene prodotta ed esportata nel mondo dal medioevo – la carta si può dipingere con ogni tecnica, ma l’Acquarello è quello che più la valorizza perché la trasparenza del colore steso sulla carta, vive della bellezza pittorica e anche della bellezza della carta che accoglie il pigmento.
Nasce anche dalla volontà di rendere quell’Arte che è di tutti, il punto di unione di tanti popoli diversi e l’Acquarello che è una tecnica antichissima trasversale a tutte le culture del mondo, è proprio adatto ad operare per questo obiettivo. Oggi siamo più di 80 paesi presenti nella grande comunità di FabranoInAcquarello, il fascino di sentirci “Artisti cittadini del Mondo” ci unisce.

9. Perché proprio un festival sulla tecnica dell’acquarello?

Perché una tecnica artistica così capillare, così diversa nell’applicazione, così pura… aveva bisogno di un convegno, ossia di un momento di incontro scientifico, in cui fosse abolita ogni competizione ed in cui ci si potesse incontrasse solo per condividere la conoscenza. Per fare un esempio, hai presenti i convegni scientifici dove i ricercatori si incontrano per discutere e reciprocamente stimolare l’evoluzione del loro lavoro? Questo serviva, e guarda questo è rarissimo nel mondo artistico, dove gli incontri solitamente sono fatti di competizioni, di premi, di attività economiche. FabrianoInAcquarello non è un festival è un convegno, dove ciascun artista e ciascun curatore porta il proprio sapere e torna a casa con la ricchezza del sapere di tutti. Perché l’Arte è di tutti, ti ricordi?

FabrianoInAcquarello

 

 

10. A distanza di anni e di tanto lavoro, FabrianoinAcquarello si è ampliato iniziando con SperlongainAcquarello poi UrbinoinAcquarello, e tante altre città. Quando è iniziato questo progetto e quante città italiane per ora sono coinvolte? E dove vorresti arrivare?

Tante città in Italia e tante nel Mondo, quelle che lo hanno chiesto e ce lo chiederanno. Però no, non è questo l’obiettivo. L’obiettivo è che l’Arte possa essere praticata da tutti quelli che lo vogliono, senza ne’ barriere, ne’ competizioni e senza pregiudizi – ed anche perché collaborando possiamo decuplicare il nostro lavoro e crescere in maniera esponenziale tutti insieme. Non so se sono stata abbastanza chiara in quanto a divulgare questo messaggio, ho spesso il dubbio che non tutte le città non abbiano recepito questo messaggio che forse dovremo in futuro comunicare meglio e con più forza. Non servono un numero infinito di città, serve un numero infinito di città e di artisti che sentano la bellezza ed il piacere della reciprocità, della condivisione, della scoperta, di poter ammirare, di poter lavorare insieme. Una condizione che centuplica le energie e le potenzialità personali di ciascun artista, attraverso la relazione con gli altri artisti.

11. Quanto tempo occorre per organizzare un evento come FabrianoinAcquarello?

Noi abbiamo bisogno di 1 anno di lavoro, ma il nostro è un piccolo staff e una situazione logistica particolare perché Fabriano è una città piccola e non organizzata per accogliere tanta gente tutta insieme. Forse in altri contesti si può fare più velocemente.

12. Che cosa ha comportato la paralisi mondiale, dovuta al coronavirus, per l’organizzazione della convention? E questa situazione porterà dei cambiamenti per le prossime edizioni del festival?

Speriamo non paralisi per le prossime edizioni, ma certamente per quest’anno dobbiamo accontentarci del Convegno online. Forse dal Convegno online nasceranno nuove idee?… Vediamo.

13. A parte FabrianoinAcquarello, quali sono le altre iniziative che organizza InArte e su quale territorio opera abitualmente?

Mostre di Arte contemporanea, e di disegno. Ma anche scuola di lettura Teatrale, scrittura Creativa. Contaminazioni con la Musica, con la danza… quando possibile. Cooperazione e scambio con altre organizzazioni. Ricerca e gioia di fare Arte.

 

 

 

 

 

14. Dietro InArte, FabrianoinAcquarello, inWatercolor, International Watercolor Museum c’è il tuo nome. Qualche nuovo progetto per il futuro?

Il Museo è ancora una startup e deve essere consolidato. Il consolidamento è un percorso che non possiamo fare da soli, dobbiamo cooperare con le istituzioni locali. Speriamo di avere la capacità di essere convincenti e di poterlo fare presto.
Penso inoltre che tutti gli eventi devono evolvere nel tempo, coerentemente con l’evoluzione del mondo e con il coinvolgimento delle nuove generazioni, perché sono loro che dovranno accoglierli e continuarli. Questi sono i progetti per il futuro.

15. Ti piacerebbe collaborare insieme a me per un progetto alle Isole Canarie?

Se non erro un anno fa lanciai un sasso…

16. Dai un consiglio ad un giovane artista

Essere curioso, essere fiducioso. Mettere in gioco intelligenza, emotività e una buona dose di pragmatismo. Mettere in conto che si può sbagliare e fallire, ma anche ricominciare. Non demordere.
Vale per tutte le cose della vita, no?

17. Dai un consiglio anche a me

Non demordere, mi pare che degli altri non hai bisogno.

18. Rispondi a una domanda che finora nessuno ti ha fatto, ma alla quale avresti sempre voluto rispondere.

Questa è complicata – Forse puoi chiedermi se l’Arte mi ha sempre reso felice. Ti risponderei: assolutamente no. Non sarebbe normale e non sarebbe proficuo.

19. La prossima persona che intervisterò la scegli tu. Chi sarà?

Dato che siete vicini penso che devi intervistare Isabel Alosete, personaggione in Spagna e conosciuta in tutto il mondo: coraggiosa, innovativa e generosa. Un personaggio tanto bello.

 

 

 

 

 

Grazie per il tempo che mi hai dedicato.
Anche a te Luciano!

 

Di Ritorno

É una gioia essere ritornato,

dopo una lunga pausa,

dopo un lungo periodo sabbatico.

ECCOMI NUOVAMENTE PRESENTE!

 

” Me he tomado un periodo sabatico.

Un periodo para hacer experimentos y pruebas.

Un periodo de Pintura Libre.

Empecé hace dias y no tengo una fecha de caducidad.

Hasta Pronto!

 

I took a sabbatical period.

A time to do experiments and tries.

A free painting period.

I started days ago and I do not have an expiration date.

See you soon! “

cit. Elsì

I LOVE MADONIE – Watercolor Plein Air tour

Questa Primavera E’ all’insegna della scoperta delle Bellezze Siciliane.

I LOVE MADONIE, Watercolor Plein Air Tour,

vuole essere un tour promozionale del Parco delle Madonie,

attraverso la pittura ad acquerello.

L’acquerello è un’arte di grande richiamo internazionale,

e la sua promozione, attraverso i canali internazionali dei social media e del web in generale,

vuole far conoscere questa stupenda zona d’Italia,

perchè il Territorio Madonita è così affascinante che tutti dovrebbero assaporarne la Sua BELLEZZA!