1.La tua passione artística. Quando è nata?
Ho iniziato a prendere sul serio la pittura nel 1980, 40 anni fa. Cominciai a prendere lezioni di disegno e i miei primi lavori li feci ad olio, nel 1986 ebbi il mio primo contatto con l’acquerello. Fu nel laboratorio di Angel Galán a Madrid.
2.Perché la tecnica dell’acquerello?
Quando conobbi la tecnica mi innamorai, la carta bianca, i colori mischiati con l’acqua, e i pennelli mi catturarono, le sorprese dell’acqua estranee alla mia volontà mi motivavano, era una sfida dominare l’acqua, mescolare i colori e sfruttare quella magia che appariva davanti ai miei occhi. Era facile lavorare sulla carta, comodo, appena non sporcavi, poter dipingere all’aperto fuori dallo studio, direttamente a contatto con il soggetto, questo per me aggiunge un valore alla pittura: è un momento unico, irripetibile, di senso e di emozione, non si darà mai la ripetizione, Non copiare una foto… sei solo tu e le tue emozioni.
3.Chi sono stati i tuoi maestri?
I miei maestri di Acquerello furono Angel Galán e nel 1992 conobbi l’AEDA (Gruppo Spagnolo di Acquerellisti). In AEDA ho incontrato i grandi maestri dell’acquerello spagnolo, Julio Quesada, Rafael Requena, e altri. In AEDA ogni venerdì pomeriggio un insegnante dipingeva dal vivo, davanti a tutti, era emozionante vedere come lavoravano e ho imparato molto.
Nel 1994 Julio Quesada mi invita a dipingere in vacanza nei viaggi che facevo con un piccolo gruppo in diversi luoghi della Spagna e all’estero, qui è nato il mio amore per la pittura del paesaggio dal vivo. Ho cominciato a uscire, a dipingere dal vivo nei vari concorsi all’aperto che convocano le città e i villaggi della Spagna, giornate di pittura veloce, in orario limitato e se ero fortunata, a vincere qualche premio, dipingere con altri compagni, conoscerci e condividere, è fantastico!
4. Ho letto il tuo curriculum. È molto ampio, tra partecipazioni, premi, riconoscimenti, mostre e molto altro. Tra tutti, ce n’è uno che ti ricorda qualcosa di speciale?
Quando conobbi il Gruppo (AEDA) mi proposero di entrare nel Consiglio di Amministrazione come Segretario Generale, il Presidente era il maestro Rafael Requena. È stato un apprendimento per me in tutti i sensi, sia nel mondo dell’acquerello che nella gestione del Gruppo.
Sempre per il mio carattere estroverso mi piace la ricerca, la creazione, provare altri materiali. A Madrid c’è anche l’AEPE (Associazione spagnola dei pittori e degli scultori), mi sono associata e ho iniziato a partecipare ai loro eventi e concorsi. Qui si doveva aprirsi un cammino con l’acquerello, questione difficile per le dimensioni, il supporto ecc., ma poco a poco, dipingendo dimensioni grandi per i concorsi e Saloni, 150×100 cm, carta arche 600 grms
Ho fatto in modo che il mio acquerello attirasse l’attenzione della giuria, che fosse competitiva con l’olio.
Ricordo il mio primo premio importante nel 1995 , la 3° Medaglia d’Acquarello al 62 Salone d’Autunno di Madrid realizzato nel Museo Spagnolo di Arte Contemporanea con un’opera dipinta dal vivo nella città di Ávila, fu una sorpresa inaspettata.
Un altro premio importante è stato il 1º. Premio dell’Illustre Ordine degli Avvocati di Madrid, oltre ad essere il più ricco in premi economici. Per me è stato importante anche il premio El monte Avena e il suo colore, alla rappresentazione spagnola in un’estemporanea tenuta nelle Dolomiti nel 1996, viaggio a Feltre dove ho incontrato Angelo Gorlini, è stato il mio primo riconoscimento all’estero!
5. Qual è il posto che hai conosciuto attraverso l’arte e che ti ha sorpreso?
In generale così nacque il mio amore per i viaggi, soprattutto quando conobbi il Maestro Spagnolo PEDRO CANO a Madrid anno 2007 nato in Murcia ma che viveva a Roma. Esponeva le Città Invisibili nel Centro Culturale della Villa di Madrid. È stata una guida per me, per il suo concetto di arte, per la sua onestà e la sua abilità, per me è il miglior pittore spagnolo vivente. Mi aiuta a ragionare, a pensare serenamente alla pittura.
Mi invitò a un workshop a Roma che avrebbe svolto alla Sapienza per i laureati in architettura. Questa fu la cosa più impressionante … Entrare nei Mercati del Traiano, poi durante il restauro, camminare su quelle pietre, interpretare…è stata pura emozione. Da allora lo seguo dove posso, mi impressionano anche i viaggi a Matera con lui fatti lo scorso ottobre.
L’acquerello mi ha permesso di conoscere altri paesi, Italia, India, Bali, Marocco, Europa…
6. Hai una personalità meravigliosa, sei empatica e simpatica. Questa attitudine, ti ha aiutato nella tua carriera artistica?
Sì. Mi piacciono le persone, condividere, questo mi ha aiutato a conoscere molti artisti, a valorizzare questi incontri senza rivalità solo per l’amore per l’acquarello che è la mia grande passione.
7. Hai mai incontrato difficoltà come donna?
Come donna non ho incontrato difficoltà, il mio carattere è forte, vado d’accordo, o ci provo con tutti, mi piace essere al mio posto: raggiunto con molti anni di lavoro.
8. Qual è la fonte della tua ispirazione?
Sono versatile!! Mi piace per lo più il paesaggio, anche la natura morta e l’urbano. Posso dipingere tutti questi temi con gusto. Mi ha aiutato molto organizzare il mio workshop 20 anni fa a Madrid per insegnare quello che sapevo, ho imparato molto dai miei studenti, facevamo molte attività insieme.
9. Quali saranno le tue prossime mostre?
La mia ultima personale a Madrid è stata nel 2018. Spero di riprendere presto, se questa pandemia ci lascia!
10. Isabel Alosete cosa vuole fare da grande?
Voglio sempre dipingere, sempre imparare, sempre essere una studentessa.
11. L’opera che più di tutte ti ricorda qualcosa di positivo
Quelle di grande formato, quelle che ho dipinto in dimostrazioni in pubblico. Una opera speciale durante l’esposizione a Bali, fu buona alla prima,pulita, trasparente e veloce, ricordo che ho detto, signori questo è finito, per me questo è acquerello, non posso più toccarlo.
12. I colori che non devono mai mancare nella tua tavolozza
Mi piacciono i colori di Winsor&newton, i blu: oltremare, cobalto; il brown madder in purezza, la tinta neutra, il giallo limone, il giallo Napoli mi aiuta con le basi uniformi.
13. Hai una carta preferita?
Si. Preferisco Arches in tutti i suoi formati e grammature. Ma la migliore è da 300 grm grana fine e rotolo per formati grandi. Aggraffata ad un telaio in legno una volta bagnata e una volta asciutto hai un supporto meraviglioso per dipingere, sembra un tamburo, e si può appendere direttamente senza vetro.
14. Durante la tua carriera artistica hai viaggiato molto. Qual è il paese che più ti ha affascinato per la sua bellezza, e torneresti a visitarlo per dipingerlo?
Italia, Marocco sempre, li abbiamo molto vicini.
15. Io amo delle tue opere la loro forza, scegli tonalità molto intense. Vuoi spiegarci il perché della tua scelta?
Questo è per il mio carattere Mediterraneo, il mio gusto per la luce, i contrasti e i colori, i paesaggi che vedo sono così, non si può davvero migliorare ciò che la natura ci regala,. vedo colori, lontananze, luce, per me l’acquerello è colore!
Ricordi i paesaggi andalusi? (la mia risposta: Certo! Paesaggi incantevoli.)
16. Durante i tuoi seminari Qual è il primo consiglio che dai ai tuoi allievi?
Importante: non avere paura, essere molto generosi con il colore, con la carta, preferisco pennelli grandi, se dipingi in grande farai grandi opere!
17. C’è qualcuno nella tua famiglia che vuole seguire la tua carriera artistica?
I miei nipoti sembra siano molto entusiasti… ma è solo per ora!
18. Rispondi a una domanda che finora nessuno ti ha fatto, ma alla quale hai sempre voluto rispondere
Sulla rivalità. Non entrare in quel gioco. Ognuno ha il suo posto. La pittura parla del pittore quando la insegni, il tempo dice tutto!
19. Dammi un elenco di artisti di cui ti piacerebbe leggere un’intervista. due spagnoli, due europei e due internazionali.
Dei maestri che ammiro troverai su Internet. Pedro Cano, Justo San Felices, Castagnet, Zbukvic .. i russi.. Konstantin Sterkhov e Viktoria Prischedko.
Di coloro credo siano molto lavoratori e con un futuro
Spagnoli, Pablo Rubén e Vicente García
Europei, Janine Gallizia, Besnik Xhemaili
Internazionali, Amit Kapoor, Agus Budiyanto
1. Pasqualino Fracasso akvarellfestő, és még mi más?
Mérnök, tanár és jelenleg művész. Abban az értelemben, hogy már nem csak egy egyszerű akvarellművésznek érzem magam, vagyis aki akvarellel fest, hanem valakinek, aki alkot, kitalál, kommunikál és fejlődik (a művészről alkotott koncepcióm). Ezekben az években olyan utat tettem meg, amelynek során sok mindent megértettem önmagamról, a művészetről és az akvarell világáról, és rájöttem, hogy nem akarok egyszerű akvarellművész lenni.
2. Hogyan kerültél közel a művészvilághoz?
Gyerekkorom óta mindig rajzoltam, amíg a Műszaki Főiskolán tanultam, az ebédszünetekben a mérnöki munkám során, mindig. Egy rockzenekarban játszottam és amikor feloszlottunk, elkezdtem festeni, és az akvarellben megtaláltam azt a technikát, amely lehetővé tette számomra, hogy akkor (éjszaka) és ott (otthon) fessek, amikor éppen lehetőségem volt rá. Innentől kezdve szenvedélyes lettem, és elkezdtem tanulmányozni amerikai könyveken és folyóiratokon keresztül a nagy modern és kortárs akvarellistákat.
3. Mit jelent számodra az akvarell művészete?
A világot, amelyen keresztül lehet alkotni, kommunikálni, szórakozni, kikapcsolódni. A világ, amelyen keresztül megismerhetünk más embereket és szokatlan tapasztalatokat szerezhetünk és
jövedelemforrás is.
Pontosabban azért írtam “a világot”, mert az akvarell egy olyan világ, amelybe belépvén számos ajtó nyílt meg előttem és ez egyben egy párhuzamos világ is a mindennapi életemhez képest, amelyben a művészeten kívül minden mással foglalkozom.
Az akvarell varázslat. A vízzel való játék, a megszelídítés, de az is, ahogyan hagyja magát vezetni rajtad keresztül, a kiszámíthatatlanság kezelésének varázsa. Szeretem az olaj anyagszerűségét, de az akvarell szórakoztatóbb és érdekesebb.
Az akvarell művészete azonban számomra, hogy össze tudjam kombinálni azokat a mozdulatokat, amelyekkel az ecset egyetlen érintésével formát lehet létrehozni, a pigment sűrűségének és a papír nedvességtartalmának kezelésének bölcsessége, a szem és a fej optimális kompozíciójának létrehozása “elsőre” és a vízzel való játék szórakozása.
4. Te voltál az első olasz művész, akit kiválasztottak és díjaztak (mindkettőben) a rangos Nemzeti Akvarell Társaság és az Amerikai Akvarell Társaság nemzetközi éves kiállításán. Mondd el, mit érzeztél.
Ez volt az álmom, így amikor este (először) értesítést kaptam, nem aludtam egész éjjel az izgalomtól. Nagy eredmény volt látni, hogy munkámat a valódi bennfentesek nagyra értékelték, több ezer művész közül választották ki azok mellett, akiket mestereimnek tartottam. Az AWS továbbra is a 3-4 legsikeresebb nemzetközi verseny egyike, ahol a nagy nemzetközi mesterek vesznek részt, és ahol a munka szintje valóban nagyon magas. Különösen az utóbbi években, ahol a versenyek ugrásszerűen megsokszorozódtak, de gyakran közepesen alacsony szinten mozognak, és ahol az említett nagyok nem vesznek részt, ezek még mindig a referenciák, mert ott részt venni nagyon nehéz.
5. Mennyi idő telt el a technika elsajátítása és a között, míg elégedett lettél az eredménnyel?
A technika (vagy inkább a technikák elsajátítása, mert nagyon sok akvarell technika létezik) elsajátítása sok órányi gyakorlatot igényel, de még több elemzést és tanulmányozást. Mindig azt mondom, hogy a technikát kéz készíti, hogy ezerszer gyakorolsz, de minden más fejből jön, hogy meg kell tanulnod a megfelelő módon látni, gondolkodni és elvonatkoztatni. Az idő nem jelent semmit, mert heti 6 órát festek, és így sokáig tartott (2004-ben kezdtem). De a “fej” ideje emberenként különböző, függ az ambícióidtól, tapasztalataidtól, mennyit tanulsz és mersz…
Még nem vagyok megelégedve az eredményeimmel vagy jobb festményeimmel. Az általam készített festmények közül tetszik 1 a 7-ből (abban az értelemben, hogy a másik 6 egyszerűen nem tetszik!), és hogy elégedett legyek, a 7-ből 4-re szeretnék eljutni, így az út még mindig hosszú.
6. Volt-e olyan időszak, amikor azt hitted, hogy nem éri meg?
Soha. Mint korábban mondtam, nekem megérte, mert amikor festek, jól érzem magam, élek és jól élvezem. És megérte mindazokért az emberekért, akiket ismertem, az összes utam és az összes tapasztalatom miatt. Szerencsés vagyok mindezekért.
7. A személy, aki a legbüszkébb rád és hisz benned, mint művészben?
Azt állítom, hogy most, hogy látom a régi műveimet (amelyeket az emberek vásároltak és amelyekért sok bókot kaptam), nagyon csúnyának és alacsony szintűnek tartom őket, de ennek ellenére 10 évvel ezelőtt kapcsolatba kerültem néhány nagyszerű előadóval, akik sok tippet adtak nekem hogyan lehetne javítani és milyen utat válasszak. Leveleket írtam nekik (kézzel és postán küldtem el) és többször és segítőkészen válaszoltak nekem, és ez segített abban, hogy továbblépjek, mert valami különlegeset láttak bennem, még mindig nyersen, de különlegeset. Nagyon köszönöm Robert Wade-nek, Jeannie Mcguire-nek és Stan Millernek.
8. Ahhoz, hogy kövesse szenvedélyét, nem kellett családját háttérbe szorítania?
Minden alkalommal, amikor csak tudtam, a családomat is magammal vittem (Kína, USA, Franciaország, Svédország stb.), mert szeretném megosztani velük a világjárás lehetőségét, valamint a más emberekkel és más kultúrákkal való találkozást. Otthon próbálok éjszaka festeni, vagy amikor nincs otthon senki, mert szerintem a legjobb minél több időt a családdal tölteni.
9. Van, aki a nyomdokaiba akar lépni a családból?
Még nincs, de ki tudja, a probléma az, hogy a gyermekeim túl jónak látnak engem, és így megtörténik az összehasonlítás, amely ahelyett, hogy ösztönző lenne, egyfajta akadályt jelent. De az élet különös és én vagyok a bizonyíték erre. Tehát meglátjuk …
10. Lehet-e ma teljes munkaidős művésznek lenni Olaszországban?
Ez sok mindentől függ. Függ attól, hol élsz (a nagyvárosok és talán a turizmus több lehetőséget kínál a tanfolyamokra és az értékesítésre), a tudásodtól, függetlenül attól, hogy van-e családod vagy sem, az életstílustól, mennyire utálod a munkádat, amit csinálsz, stb.
Körültekintően döntöttem abban az értelemben, hogy családdal, jelzáloggal, autóval, gyerekekkel, stb. nem éreztem, hogy mindent feladnék egy olyan munkáért (bármennyire is gyönyörű), amelynek nincs biztonsága és gazdasági folytonossága, különösen ebben a furcsa és kiszámíthatatlan történelmi korszakban. Még mindig hiszek abban, hogy egyszer sikerülni fog, de most nem tudok választani, mert mélyen még mindig számítógépes mérnök vagyok!
11. Melyek azok a fázisok, amelyeket Pasqualino Fracasso követ egy festmény elkészítésében, elejétől a végéig?
10% keresi a képeket
60% kompozíció és design: színek tanulmányozása, kompozíciós vázlatok, változatok keresése, vágás stb.
25% kivitel: ceruzavonalak, sötét vagy intenzív színek alkalmazása, köztes tónusok, törlések, részletek kivitelezése
5% elemzés, retusálás és esetleges felfordulás
12. Mely színek nélkülözhetetlenek a palettádon?
3 elsődleges (indiai sárga, permanens rózsaszín, ultramarin kék), ftalokék, titán fehér
Aztán vannak olyan színek, amelyeket különösen szeretek: kobalt, türkiz, holdfekete, vízöntő zöld, sárga Nápoly és rose.
13. Melyik papírt részesíted előnyben?
Winsor&Newton satin-finished
14. Melyik az az ecset, amelyiktől sosem nem válsz meg?
Periódustól függ. Az utóbbi időben a tiszta mókus RESTAUROHOUSE a SZMAL nevű gyártótól a kedvenc, ami egy nagyon puha, természetes ecse, fantasztikus heggyel.
15. Tónusok, kompozíció, fények, szerinted melyik a legfontosabb a műnél?
Első: kompozíció, második: tónusok, harmadik: fények.
16. Van olyan festményed, amelyet évek óta nem fejeztél be?
Körülbelül húszegynéhány ilyen van. Pár év után levágom őket, és csak 60%-át hagyom megy a képnek.
17. Meséljen arról a munkáról, amelyre a legbüszkébb.
Az “Urban Abstract I” című alkotás, amelyet idén az American Watercolor Society nemzetközi kiállításon díjaztak. Ez a munka egy félig elvont bepillantás a torinói árkádok alá, nagyon tetszik, mert annyi tanulmányt igényelt, és kiváló formák, színek, meghatározott és határozatlan elemek szintézise; ez egy olyan mű, amelyet magas színvonalúnak tartok, és hogy ha más művész csinálta volna, azt mondtam volna magamnak: “Remélem, egyszer majd valami ilyesmit fogok csinálni!”
18. Az a hely, melyet a művészetnek köszönhetően ismertél meg és meglepett?
Kína. Az akvarellnek köszönhetően háromszor voltam Kínában, és olyan helyeket, kultúrát és embereket fedeztem fel, amelyekre soha nem számítottam és művészi szintű, igazán figyelemre méltó művészeket fedeztem fel.
19. Válaszolj egy olyan kérdésre, amelyet eddig senki nem tett fel neked, de mindig szeretted volna megválaszolni!
Az interjúalany kérdése: “kedvelsz néhány akvarell művészt: mi az, ami szembetűnő egy akvarell műalkotásban számodra?”
Válasz: “Technikailag engem megdöbbent a kompozíció érzete, azok a gesztusok, amelyekkel formákat hoznak létre, az egész kromatikus és tonális bonyolultsága. De mindezeket a vízionális kutatások, a “merészség”, a javaslat által összekapcsolódnak, ami túlmutat a valóságon. A nagy művészeknek mind az ecsetvonásokban, mind a vizuális hatásban sikerül összekapcsolniuk az elvont és a realista, meghatározott és határozatlan, ösztönös és finom egyensúlyt, ami álmodozásra késztet. Remélem, érthető voltam, mert tudom, hogy kissé túlcsavartam a szavakat.
20. A következő ember, akit megkérdezek, a te választásod. Ki legyen ő?
Attól függ, hogy olasz, spanyol vagy nemzetközi legyen? Sok nagyon jó akvarellművész van, még az olaszok között is. De nagyon különleges ízlésem van, ezért nagyon kevés művészt szeretek, így ajánlanám azokat az embereket, akiket nagyra becsülök, akik nem a szokásos nevek, és érdeklődve olvasnék egy interjút velük.
Nemzetközi: Eugene Chisnicean
Spanyol: Francisco Castro
Olasz: Roberto Zangarelli
1. Pasqualino Fracasso è un pittore acquerellista, e cos’altro?
Un ingegnere, un insegnate ed ora anche un artista. Nel senso che non mi sento più un semplice acquerellista, cioè uno che dipinge ad acquerello, ma qualcuno che crea, inventa, comunica e si evolve (il mio concetto di artista). In questi anni ho fatto un percorso che mi ha portato a capire tante cose su di me, sull’arte e sul mondo dell’acquerello ed ho capito che non volevo essere un semplice acquarellista.
2. Come ti sei avvicinato al mondo dell’arte?
Ho sempre disegnato fin da quando ero bambino, mentre studiavo al Politecnico, nelle pause pranzo durante il mio lavoro da ingegnere, sempre. Suonavo in un gruppo rock e quando ci siamo sciolti ho cominciato a dipingere e nell’acquerello ho trovato la tecnica che mi permetteva di dipingere secondo tempi (notte) e spazi (casa) che avevo. Da li mi sono appassionato ed ho cominciato a studiare su libri e riviste americane studiando i grandi acquerellisti moderni e contemporanei.
3. Cosa rappresenta per te l’arte dell’acquerello?
- Il mondo attraverso il quale creare, comunicare, divertirmi, rilassarmi
- il mondo attraverso il quale conoscere altre persone e vivere esperienze fuori dall’ordinario
- una fonte di reddito
Preciso che ho scritto “il mondo” perché l’acquerello è un mondo nel quale sono entrato e che mi ha aperto parecchie porte ed è anche un mondo parallelo rispetto alla mia vita quotidiana in cui faccio tutt’altro rispetto all’arte.
L’acquerello è magia. La magia di giocare con l’acqua, di domarla ma anche di lasciarsi condurre da lei, la magia di gestire l’imprevedibile. Io amo la matericità dell’olio ma l’acquerello è più divertente ed intrigante.
L’arte dell’acquerello, invece, è per me riuscire a coniugare insieme :
- la gestualità con cui creare una forma con un unico tocco di pennello
- la sapienza di gestire la densità del colore e l’umidità della carta
- l’occhio e la testa per creare una composizione ottimale “alla prima”
- il divertimento di giocare con l’acqua
4. Sei stato il primo artista italiano ad essere selezionato e premiato (in entrambe) alla International Annual Exhibition delle prestigiosissime National Watercolor Society e della America Watercolor Society. Raccontaci cosa hai provato.
Era il mio sogno così quando la sera ho ricevuto (la prima volta) la notifica non ho dormito tutta la notte dall’eccitazione. Era un grande traguardo vedere che il tuo lavoro era apprezzato dai veri addetti ai lavori, essere selezionato su migliaia di artisti insieme a quelli che io reputavo dei maestri. La AWS rappresenta ancora oggi una delle 3-4 competizioni internazionali più valide dove partecipano i grandi maestri internazionali e dove il livello dei lavori è veramente molto alto. Soprattutto in questi ultimi anni dove le competizioni si sono moltiplicate in modo esponenziale ma spesso di sono medio-basso livello e dove i grandi non partecipano, queste rimangono ancora il riferimento perché essere lì è veramente difficile.
5. Quanto tempo è passato prima di padroneggiare la tecnica ed essere soddisfatto dei risultati?
Padroneggiare la tecnica (o meglio le tecniche perché ci sono tantissime tecniche ad acquerello) richiede tantissime ore di pratica ma ancor più di analisi e studio per capire. Io dico sempre che la tecnica è fatta dalla mano, che si esercita migliaia di volte, ma tutto il resto dalla testa, che deve imparare a vedere, pensare e astrarre nel modo giusto. I miei tempi non fanno testo perché io dipingo circa 6 ore alla SETTIMANA e quindi mi ci è voluto molto tempo (ho cominciato nel 2004). Ma il tempo per la “testa” dipende da persona a persona, dalla tua ambizione, dalle tue esperienze, da quanto studi e osi …
Io non sono ancora soddisfatto dei risultati o meglio dei miei quadri. Dei quadri che faccio me ne piace 1 su 7 (nel senso che gli altri 6 proprio non mi piacciono!) e per essere soddisfatto vorrei arrivare a 4 su 7, quindi la strada è ancora lunga.
6. C’è stato mai un momento in cui hai pensato che non ne valeva la pena?
Mai. Come dicevo prima ne è valsa la pena per me, perché quando dipingo sto bene, vivo e mi diverto. E poi ne è valsa la pena per tutte le persone che ho conosciuto, tutti i viaggi che ho fatto e tutte le esperienze che ho vissuto. Sono stato fortunato.
7. La persona che più ti ha inorgoglito e ti ha fatto credere in te stesso come artista
Premetto che ora che vedo i miei vecchi lavori (che la gente comprava e per i quali mi facevano tantissimi complimenti) li reputo veramente brutti e di basso livello ma nonostante ciò 10 anni fa sono entrato in contatto con alcuni grandi artisti che mi hanno dato molti consigli su come migliorare e che percorso fare. Gli avevo scritto delle lettere (a mano e spedite per posta) e loro mi hanno risposto più volte e con molta disponibilità e questo mi ha aiutato ad andare avanti perché loro vedevano in me qualcosa di speciale, ancora allo stato grezzo ma speciale. Grazie mille a Robert Wade, Jeannie McGuire e Stan Miller.
8. Per seguire la tua passione ti è capitato di trascurare la tua famiglia?
Mai. La famiglia prima di tutto anzi tutte le volte che posso porto anche loro con me (Cina, USA, Francia, Svezia, ecc…) perché voglio condividere con loro l’opportunità di vedere il mondo e conoscere altre persone ed altre culture. E a casa cerco di dipingere la notte o quando non c’è nessuno, proprio perché penso che sia meglio passare tutto il tempo che posso con loro.
9. Nella tua famiglia, c’è chi vuole seguire le tue orme?
Per ora no ma chi lo sa … il problema è che i miei figli mi vedono troppo bravo e quindi scatta il confronto, che invece di essere uno stimolo diventa una sorta di ostacolo. Ma la vita è strana e io ne sono la dimostrazione. Per cui vedremo …
10. È possibile essere un artista a tempo pieno in Italia oggi?
Dipende da tante cose. Dipende dal posto in cui vivi (grandi città e magari turistiche assicurano più opportunità di corsi e vendite), dalle tue conoscenze, dal fatto che tu abbia una famiglia o meno, dallo stile di vita che hai, da quanto odi il lavoro che stai facendo, ecc…
Io ho fatto una scelta prudente nel senso che , con una famiglia, mutuo, auto, figli, ecc … , non me la sono sentita di lasciare tutto per un lavoro (per quanto bellissimo) che non ha una sicurezza ed una continuità economica, e in un periodo storico così strano e imprevedibile. Io comunque credo che un giorno ce la farò però ora non posso fare questa scelta, perché in fondo dentro sono ancora un ingegnere calcolatore!
11. Quali sono le differenti fasi che segue Pasqualino Fracasso per dipingere un quadro, dall’inizio alla fine.
10% ricerca di immagini
60% composizione e progettazione : studio di colori, bozzetti di composizione, ricerca di varianti , taglio, ecc…
25% esecuzione : traccia a matita, mano di colori scuri o intensi, mano di toni intermedi, cancellature, dettagli
5% analisi, ritocchi ed eventuale sconvolgimento
12. Quali colori sono imprescindibili nella tua palette?
3 primari (giallo indiano, rosa permanente, blu oltremare), blu ftalo, bianco titanio
Poi ci sono dei colori che amo particolarmente che sono: il turchese cobalto, il lunar black, aquarius green, giallo di Napoli e opera rose
13. Qual’è la carta che preferisci?
Winsor & Newton satinata
14. Qual’è il pennello dal quale non ti separi mai?
Va a periodi. Ultimamente il Pure squirrel RESTAUROHOUSE della SZMAL : un pennello naturale molto morbido con una punta fantastica
15. Tonalità, composizione, luminosità, quale ritieni sia più importante per le tue opere.
1° Composizione, 2° Tonalità , 3° luminosità
16. Hai un quadro che a distanza di anni ancora non hai finito?
Ne ho una ventina … alcuni, dopo alcuni anni li taglio e ne lascio solo il 60%
17. Raccontaci dell’opera della quale ti senti più orgoglioso.
L’opera “Urban Abstract I” che è stata premiata quest’anno all’American Waterolor Society international exhibition. Quest’opera, uno scorcio semi-astratto dei portici di Torino, mi piace tantissimo perché ha richiesto tanto studio ed è un’ottima sintesi di forme, colori, elementi definiti ed indefiniti; è un’opera che reputo di alto livello e che se avesse fatto qualche altro artista mi sarei detto “spero un giorno di arrivare a fare una cosa del genere!”
18. Il luogo che grazie all’arte hai conosciuto e ti ha sorpreso.
La Cina. Grazie all’acquerello sono stato in Cina 3 volte e ho scoperto luoghi, una cultura e persone che non mi sarei mai aspettato e a livello artistico ho scoperto artisti veramente notevoli.
19. Rispondi a una domanda che finora nessuno ti ha fatto, ma alla quale avresti sempre voluto rispondere.
Domanda dell’intervistatore : “ti piacciono pochi artisti acquerellisti: cosa ti colpisce di un’opera d’arte ad acquerello”
Risposta : “tecnicamente mi colpiscono: il senso della composizione, la gestualità con cui realizzano una forma, la complessità cromatica e tonale dell’insieme. Ma tutte queste cose sono legate da una ricerca visionaria, da un “osare”, da un suggerire che ti fa andare oltre il reale. I grandi artisti riescono a coniugare sia nelle pennellate che nell’impatto visivo un equilibrio tra astratto e reale, definito ed indefinito, istintivo e delicato che mi fa sognare. Spero di essermi spiegato perché so di essere un po’ contorto a parole
20. La prossima persona che intervisterò la scegli tu. Chi sarà?
Dipende se deve essere italiano, spagnolo oppure internazionale ? Ci sono tanti acquerellisti molto bravi, anche italiani. Io però ho dei gusti molto particolari e quindi amo veramente pochi artisti per cui ti consiglierei delle persone che stimo, che non sono i soliti nomi straconosciuti e di cui sarei curioso leggere un’intervista.
Internazionale : Eugene Chisnicean
Spagnolo : Francisco Castro
Italiano: Roberto Zangarelli